MUSICOTERAPIA: UNA DEFINIZIONE
MUSICOTERAPIA: UNA DEFINIZIONE
La musicoterapia è una disciplina in cui convergono diversi settori della conoscenza umana, quali la psicologia, la musica, la medicina, e ancora la filosofia, l'antropologia, la pedagogia ... Utilizza molti elementi appartenenti alla musica - suono, silenzio, movimento - come strumento di relazione al fine di migliorare la salute della persona che ne partecipa. Si riporta di seguito la definizione aggioranata data dalla World Federation of Music Therapy:
"La musicoterapia è
l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia, armonia)
da parte di un musicoterapista qualificato, con un utente o un gruppo,
in un processo atto a facilitare e favorire
la comunicazione, la relazione, l'apprendimento,
la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri obiettivi terapeutici
al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.
La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo
in modo tale che questi possa meglio realizzare l'integrazione intra/inter-personale
e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita
grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico."
(WFMT, 2011)
Quale musica?
La parola “musica” viene utilizzata, in ambito musicoterapico, in relazione al suo significato di “universo sonoro”: questa è un'attenzione indispensabile per comprendere gli interventi di musicoterapia, in quanto i materiali musicali utilizzati dall'operatore o prodotti durante il percorso, non devono necessariamente essere dotati di un'organizzazione formale o di una qualità estetica, più o meno elevate; piuttosto sono gli eventi sonori comuni, quali sonorità vocali o corporee, suoni ambientali o dialoghi sonori improvvisati, che costituiscono il materiale di lavoro all'interno di un percorso di musicoterapia. Infatti, la scelta degli strumenti musicali (tradizionali o autocostruiti), la manipolazione degli stessi, l'individuazione di materiali sonori all'interno della seduta, sono finalizzati alla facilitazione e alla co-costruzione della relazione e della comunicazione "corporo-sonoro-non.verbale" (Benenzon, 2007), tra la persona e il musicoterapeuta, entrambi partecipi attivamente nella realizzazione dell'incontro.
Come avviene un incontro di Musicoterapia?
Gli incontri di musicoterapia si svolgono solitamente all'interno di un setting che il musicoterapeuta adatterà al paziente e alla situazione contingente (luogo di svolgimento degli incontri e sonorità ambientali, lavoro individuale o di gruppo, presenza di operatori esterni o meno...); si definisce, se possibile, il "Gruppo Operativo Strumentale" (Benenzon, 2007) e una linea di intervento, che costituirà non tanto una "linea guida operativa", rigida e modulare, ma piuttosto un punto di partenza degli interventi. Durante gli incontri l'attenzione del musicoterapeuta si rivolge sia agli eventi sonoro-musicali, sia alla relazione che, tramite questi ultimi, si realizza con il paziente, creando un dialogo sonoro, corporeo e non verbale, in continua evoluzione. L'evento musicale assume quindi un significato e un senso comunicativo all'interno della specifica relazione musicoterapica, dalla quale poter gradatamente aprire la possibilità di riportare le medesime abilità e competenze acquisite dalla persona anche all'esterno del setting.
Al termine degli incontri il musicoterapeuta compila una "cartella clinica", che offre spunti di osservazione e valutazione dell'andamento delle sedute, e servirà come strumento di programmazione terapeutica. Ad oggi non sono presenti scale validate condivise dalla comunità internazionale. Funzionali e maneggevoli strumenti valutativi sono la MT-SAS, Music Therapy Session Assessment Scale , (A. Raglio, 2017) - https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28840630/ -
e la SVAM, Scala di Valutazione della Attività in Musicoterapia (Pignatale D., 2007) - https://www.researchgate.net/publication/292146216_
Quali ambiti di applicazione?
La musicoterapia può trovare applicazione in una serie di ambiti operativi molto diversi tra loro: si propone come intervento integrato alle terapie mediche e psicologiche, e può affiancarsi a discipline di tipo educativo e riabilitativo, in un quadro complesso di presa in carico globale della persona, all'interno di una rete multi-disciplinare e multi-professionale.
Disabilità: all'interno della relazione con il musicoterapeuta, la persona che porta una disabilità può esperire i propri stati emotivi, esplorare la sue risorse e provare a condividerle con il terapeuta e/o con il gruppo; lungo il percorso di musicoterapia è possibile lavorare sulla regolazione delle emozioni, ma anche sulle problematiche neuro-psico-motorie proprie di ogni persona, in relazione alla diagnosi clinica e allo sviluppo della patologia.
Alcuni testi di riferimento
Williams K. Et al., 2012, The Effectiveness of a Short-Term Group Music Therapy Intervention for Parents Who Have a Child with a Disability, Journal of Music Therapy, 49(1), 2012, 23–44
Sinason V. (2009). Mental handicap and the human condition. Free Association Books, London.
Trevarthen, C., & Daniel, S. (2005). Disorganized rhythm and synchrony: early signs of autism and Rett syndrome. Brain and Development, 27, S25-S34.
Neuropsichiatria infantile: La musicoterapia può contribuire alla regolazione delle esperienze affettive e relazionali, e, promuovendo la comunicazione non verbale e la relazione, risulta molto efficace nei disturbi dello spettro autistico, dell'apprendimento e del linguaggio, nei disturbi dell'attenzione e iperattività. Oltre a favorire l'espressione e la comunicazione, è ormai provato che la musica ha una forte influenza positiva sulle capacità cognitive, migliorando i tempi di attenzione, le capacità linguistiche e la memoria. E' assolutamente efficace nel diminuire la frequenza delle stereotipie.
Alcuni testi di riferimento
Williams K.E., Berthelsen D. et al. (2012), The Effectiveness of a Short-Term Group Mu-sic Therapy Intervention for Parents Who Have a Child with a Disability, in "Jour-nal of Music Therapy, 49(1), pp. 23-44
Thompson G. (2012), Making a connection: randomised controlled trial of family cen-tred music therapy for young children with autism spectrum disorder, Melbourne Conservatorium of Music, The University of Melbourne
Suvini, F., Giusti, M., (2014). Musicoterapia e autismo. La musicoterapia psicodinamica come terapia della intersoggettività, in Qualità della Vita tra mente e Corpo a cu-ra di Corrado. G. et al. Edizioni Maddali e Bruni, Firenze.
Neurologia: Dall'incontro e confronto tra neuroscienze, neurologia e musica nasce la Neurologic Music Therapy (Thau, 2016), centrata su specifici interventi che utilizzano la music a scopo riabilitativo in caso di deficit sul piano neuropsicologico e motorio, a causa di disturbi di natura neurologica. In questi casi, la musica assume un ruolo importante e particolarmente efficace nel caso di persone con Malattia di Parkinson (nelle quali è evidente un miglioramento del ritmo e dell'andatura dei passi, una scomparsa del freezing e della difficoltà nella verbalizzazione, oltre che un miglioramento del tono dell'umore); altro esempio ne è la "Melodic Intonation therapy", applicata nell'ambito delle afasie: pazienti afasici hanno la capacità di produrre un linguaggio articolato con la voce cantilenata o addirittura canatata, e grazie al canto ritrovano la parola.
Alcuni testi di riferimento
Thaut & Hoemberg, “Handbook of Neurologic Music Therapy” (2016)
Oncologia: La musicoterapia si può proporre sia nei reparti oncologici che negli Hospice, indipendentemente dall'età della persona malata e dalla diagnosi clinica. E', come sempre, prevalentemente non verbale, ma è in questo caso indispensabile affiancarla a momenti di verbalizzazione , che possono avvenire con racconti o con canzoni, con poesie o storie. In questo modo la persona ha la possibilità di mettersi in contatto con parti profonde di sè, che altrimenti non avrebbero mai luce, valorizzarsi come fonte di crescita umana, per sè e per gli altri. La musica in questo caso deve poter offrire possibilità di coniugare espressione e ascolto; può contribuire ad alleviare i sintomi (dolore) e a regolare il tono dell'umore (ansia, depressione). Nei contesti oncologici e nelle cure palliative in particolare, l'intervento musicoterapico può essere prposto anche (e soprattutto) al caregiver.
Alcuni testi di riferimento
Bradt J. et al. (2016). Music interventions for improving psychological and physical outcomes in cancer patients, Cochrane DB of Systematic Reviews 2016, Issue 8.
Dileo C. & Loewy J.V., (2005). MT at the end of life. Cherry Hill, NJ, USA: Jeffrey Books.
Shoemark H., Dearn T. (2008), Keeping parents at the centre of family centred music therapy with hospitalised infants, Australian Journal of Music Therapy, vol. 19
Suvini, F. (2015). Musicoterapia ed elaborazione del Lutto, in Crivelli e Cerlati, Musico-terapia in Oncologia e nelle Cure palliative, Edizioni Franco Angeli, Milano.
Suvini, F. (2016). La Musicoterapia in oncologia e nelle cure palliative. Teoria, pratica clinica e ricerca, Atti Convegno La Musicoterapia in Oncologia, Brescia
Tremolada M. (2008), Family factors predicting short and long term adaptation and quality of life of leukemic children. A descriptive and longitudinal study, Diparti-mento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, Facoltà di Psicologia, Università degli Studi di Padova
Demenze: La musica risulta efficace nella modulazione del tono dell'umore, nella capacità di facilitare il recupero dei ricordi e di concedere l'espressione dei propri vissuti e delle proprie emozioni, con un globele miglioramento della qualità di Vita dei pazienti.
Alcuni testi di riferimento
Raglio et al., Active music therapy for persons with dementia and theirfamily caregivers, Wiley Online Library, DOI: 10.1002/gps.4421
Raglio A., Music Therapy in Dementia, Nova Science Publisher, 2010
Sung, H. C. C. & Chang, A. M. (2005). Use of preferred music to decrease agitated behaviours in older people with dementia: A review of the literature. In: Journal of Clinical Nursing, 14(9), 1133-1140.
Terapia intensiva Neonatale: La letteratura scientifica internazionale accoglie la musicoterapia in TIN e in gravidanza come un importante supporto emotivo-affettivo, cognitivo e comportamentale per il neonato, e rileva come, anche per la mamma, sia efficace nell'alleviare lo stress, nel percepire un coinvolgimento personale nella care neonatale.
Si propongono solitamente percorsi musicali e vocali, rivolti soprattutto alla neomamma, tesi a mettere in contatto la donna con la sua musicalità innata e con i propri suoni corporei vitali (ritmo del cuore, ritmo del respiro, suono della voce), per offrirli al neonato, in un un dialogo non verbale, che continua anche dopo la nascita.
Alcuni testi di riferimento
Caine J, 1991, The effects of music on the selected stress behaviors, weight, caloric and formula in-take, and length of hospital stay of premature and low birth weight neonates in a newborn in-tensive care unit, J Music Ther. 1991 Winter;28(4):180-92
Cassidy, J.W., & Standley, J.M. , 1995, The effect of music listening on physiological responses of prema-ture infants in the NICU, The Journal of Music Therapy, 32(4), 208-227
Filippa M., Devouche E., Arioni C., Imberty M., Gratier M., (2015), Canto e parole materni hanno effetti benefici sui neonati prematuri in Terapia Intensiva, Quaderni ACP, 4: 170-173.
Filippa M., Panza C., Ferrari F., Frassoldati R., Kuhn P., Balduzzi S., D’Amico R. (2017), Systematic re-view of maternal voice interventions demonstrates increased stability in preterm infants, Acta Pædiat-rica, 106, pp. 1220–1229. doi: 10.1111/apa.13832
Haslbeck, F., (2014). Creative music therapy with premature infants: An analysis of video footage,Nordic Journal of Music Therapy, 23:1, 5-35, DOI:10.1080/08098131.2013.780091.
La musicoterapia a scuola: Oltre a promuovere la crescita dei ragazzi in temrini cognitivi e psico-motori, la musica ha la possibilità di migliorare l'autostima, la capacità espressiva e creativa, e soprattutto risulta utile ed efficace nei progetti che mirano al miglioramento della collaborazione e cooperazione all'interno del gruppo classe, facilitando l'inclusione e la partecipazione attiva di tutti gli elementi alle proposte per il gruppo.
Alcuni testi di riferimento
Piatti M., Strobino E., Grammatica della fantasia musicale. Introduzione all'arte di inventare musiche, 2011, Angeli ed.
Spaccazocchi M., Crescere con il canto, diversi volumi, Progetti Sonori ed.
Spaccazocchi M., Musica educativa. Prospettive antropologiche per una pedagogia musicale, 2011, Progetti Sonori ed.
Spaccazocchi M., Corpo voce suono canto. Alla ricerca della spontaneità espressiva infantile , 2023, Progetti Sonori ed.